Qui, al Poggio, ne succede di ogni. Qui in area tutelata da UNESCO stendono un asfalto che doveva essere beige ma che è nero però è un nero, dicono, che presto diventerà … biondo. Qui (e lo ammette un altro assessore) uno zio fa l’assessore e un nipote è stato scelto dal sindaco come dirigente nell’ufficio governato dallo zio assessore. Qui un consigliere, capogruppo e “semiassessore”, presiede la proloco finanziata – e non poco – dal Comune. Qui tre assessori e altri tre consiglieri vanno a un’assemblea dell’opposizione ma … fanno scena muta. Qui un cartellone estivo non è poi quel fenomeno innovativo che volevano far credere. E qui ci sono pure altre cose … (mb)

UNA PIAZZA DI NERO ASFALTATA – Sta sollevando molta curiosità l’asfalto, nero, steso in una parte di piazza XX settembre nella quale il progetto originario, non toccato dalla variante, prevedeva altro tipo di copertura.
Interrogato sulla coerenza di questo materiale con il progetto e con il capitolato, un assessore ha detto pubblicamente che a lui hanno scritto che piano piano, con il tempo, il nero di quell’asfalto schiarirà per diventare grigio o addirittura biondo.
Analoga stesa di asfalto era già avvenuta dall’altra parte (sotto il Mascherone) questa volta in omaggio alla variante Palandri. L’effetto, in effetti, è pessimo. E non è solo questione estetica.
L’asfalto da stendere all’interno della piazza, preceduto da lavori specifici, avrebbe dovuto essere di un certo tipo. Molto diverso dall’asfalto normale. Doveva essere “architettonico con effetto ghiaia a vista”. E il colore doveva essere non nero ma beige. Anche perché lì siamo in zona tutelata da UNESCO come patrimonio dell’umanità.
L’asfalto che stanno stendendo in queste ore ha oppure no quelle caratteristiche tecniche (e quei costi)? Perchè non è stato steso del colore (beige) previsto in capitolato?
Ed è vero che con il tempo ciò che ora è nero schiarirà fino a diventare biondo? Quanto tempo dovrà passare?
Chi si prende la responsabilità? La ditta? Il direttore lavori? L’assessore? Il dirigente ai lavori pubblici?

LAVORI PUBBLICI: GRAZIE ZIO – Le voci (di parentela o affinità fra il dirigente ai lavori pubblici e l’assessore ai lavori pubblici) si rincorrono da settimane e hanno trovato conferma perfino in una risposta affermativa, data in pubblico questo giovedì 5 giugno da un altro assessore.
Raccontiamo la storia.
Da poche settimane nell’Ufficio Tecnico del Comune c’è stato un importante cambio: al posto di un solo dirigente, oggi ce ne sono due. Il servizio è stato sdoppiato. Due, non più uno, gli stipendi dirigenziali. Uno si occupa di edilizia privata, l’altro (creato ad hoc) di lavori pubblici.
A scegliere questo secondo dirigente è stato il sindaco, con una nomina fiduciaria. Tutto legittimo, ci mancherebbe: in base a una legge (art. 110 TUEL) che consente a ogni sindaco di scegliersi (“incarichi a contratto“) dirigenti di sua fiducia fino alla fine del suo mandato.
Dopo una prima selezione, a rimanere furono due candidati: il sindaco li ascoltò e poi (qui l’atto) scelse la persona di sua fiducia: l’ingegnere che, poi, si è saputo essere parente o affine dell’assessore proprio ai lavori pubblici. Sapeva il sindaco Palandri di questa parentela/affinità?
Qualche settimana dopo (qui l’atto) la giunta – con il voto addirittura determinante dell’assessore ai lavori pubblici – modificò la struttura organizzativa del Comune per creare, formalmente, proprio quel nuovo posto.
E con decreto successivo (qui l’atto) il sindaco ha nominato, nella persona del tecnico da lui scelto, il responsabile del nuovo servizio lavori pubblici.
L’assessore Mastropieri gli aveva riferito di questa parentela/affinità?
LAVORI PUBBLICI: L’INOPPORTUNITA’ – Ora salta fuori che un assessore ammette la parentela/affinità fra il suo collega ai lavori pubblici e il dirigente, appena assunto, ai lavori pubblici.
In un qualunque ente una vicenda del genere sarebbe uscita subito e avrebbe creato dibattito: è infatti indubbia – al di là di aspetti di altra natura, qui estranei – una evidente delicatezza almeno in termini di mera opportunità.
Difficile, infatti, trovare un altro Comune nel quale i lavori pubblici siano governati da uno zio (assessore) e da un nipote (dirigente) scelto dal sindaco in base all’articolo 110 (cioè in base non a concorso ma per fiducia).
Adesso che a confermare la notizia, in modo informale, è stato addirittura un assessore non sarebbe il caso, per rispetto alla trasparenza e alla verità, di confermarla – o smentirla – in modo formale?
Per evitare chiacchiericci, a farla emergere avrebbe già potuto e dovuto essere proprio l’assessore coinvolto (in questo caso Leonardo Mastropieri): nel nome della trasparenza perché non dire la verità?
Finora Mastropieri ha taciuto. Ma da ora in poi? Confermerà la notizia fatta filtrare dal suo collega? La smentirà?
Sarà ora interessante vedere se Mastropieri, condannato dalla Corte dei Conti per danno erariale quando era funzionario nel Comune di Carmignano, accetterà la sfida della trasparenza.
Sarà lui stesso a rendere noto in modo ufficiale, sia pure in ritardo, se davvero c’è parentela o affinità – e, nel caso, di quali livello – fra lui assessore ai lavori pubblici e il dirigente ai lavori pubblici?
In nome della trasparenza, sia pure tardiva, rispetto a una vicenda così delicata, sarebbe un gesto giusto e utile. Lo farà oppure tutto resterà sotto il tappeto?

POGGIO ESTATE 2025: COPIA INCOLLA – Un cartellone estivo che ricalca il passato: il “Festival delle Colline” (edizione 46) e il “Torneo dei Rioni” (compie 18 anni); i film all’aperto (“Cinema in famiglia”) e il solito “Poggio in vetrina” con i negozi aperti in quattro serate di giovedì.
Un copia/incolla molto diverso dalla rivoluzione palandriana che era stata promessa. La riproposizione di una formula da tempo consolidata.
Se i nuovi amministratori (quelli che volevano “cambiare davvero”) l’hanno ricopiata sia il primo anno pieno di loro mandato e sia il secondo, senza introdurre quei cambiamenti radicali che avevano promesso, vuol dire che tutto sommato quella formula l’hanno accettata.

POGGIO ESTATE 2025: EFFICACE? – Piuttosto ci sarebbe da interrogarsi sull’efficacia di un cartellone estivo come questo, al di là del giusto tentativo di dare ai poggesi momenti di socialità. Su questo vanno bene anche le cene in piazza.
Ma se il cartellone, che ha dei costi per le finanze comunali, viene proposto per portare, da fuori, consumatori in grado di spendere nei negozi poggesi aperti nei dopo cena di 4 giovedì estivi, l’impressione è che l’efficacia sia scarsa.
Ovunque, attorno a noi, un po’ tutti si muovono, anche con maggiori capacità attrattive, con lo stesso scopo: aiutare il commercio di prossimità.
Ovunque tanti negozi usano lo stesso sistema – le aperture serali – nel tentativo di attrarre clientela che ha già speso nei centri commerciali o online.
Se lo scopo è questo, forse bisognerebbe iniziare a pensare ad altro, a formule diverse, innovative. Ed è a questo che dovrebbe servire, in sinergia con categorie e associazioni, la proloco.

POGGIO ESTATE 2025: SOTTOTONO – Nel merito, l’impressione è di “sottotono”. Pare tale il “delle Colline” (lontani i tempi del suo vero spolvero).
E non dà l’idea di puntarci molto, su questo festival di musiche globali e sperimentali, una amministrazione di stampo sovranista e identitario. Nel 2023 i concerti furono 6, l’anno scorso 4, ora 5. L’impressione è che si tiri avanti senza crederci troppo.
Diminuiti anche i film nel cinema all’aperto: dagli 8 dello scorso anno si è scesi a 6. E il Comune non pare essere riuscito a trovare, per questo, i tanto sperati sponsor. E questo la dice lunga sulla scarsa qualità.
Si punta invece, magnificandola in modo coerente con i modelli culturali di questa destra, su “Miss Italia”.
Una serata che avrà successo di pubblico: già in partenza ogni candidata miss porta con sé mamme e nonne in stile Anna Magnani con “Bellissima”.
Ma è una serata che, secondo molti, che rischia di farci precipitare negli anni Cinquanta. Quelli del secolo scorso.

POGGIO IN VETRINA: 22 MILA ALLA PROLOCO – Per organizzare “Poggio in vetrina” 2025 il Comune ha regalato 22 mila euro alla proloco. Qui l’atto.
La proloco del Poggio, una APS, è presieduta da un consigliere comunale che è anche capogruppo nonché “semi/assessore” (cioè delegato dal sindaco proprio per seguire, come Comune, gli eventi).
Una situazione delicata, se non altro in termini di opportunità. Secondo qualcuno siamo in presenza anche di un possibile conflitto di interessi a carico del consigliere/capogruppo/semiassessore/presidente di una proloco che dal Comune, ogni anno, riceve per la sua attività decine e decine di migliaia di euro.

ASSEMBLEA: IL SILENZIO DEI SEI – All’assemblea pubblica organizzata dall’opposizione il 3 giugno nella sala consiliare, erano presenti sei, e autorevolissimi, membri della maggioranza.
Più volte, dal capogruppo Puggelli e dagli altri tre consiglieri di minoranza, sono stati invitati, se lo volevano, a intervenire: a prendere la parola. Ma non lo hanno fatto.
Un silenzio rumoroso su cui non sono mancate ironie e supposizioni.
Un pubblico folto aveva accolto l’invito di Puggelli. A essere affrontati molti fra gli argomenti più scottanti: le chiusure di Bargo e Palasport, il degrado in paese, gli impianti sportivi, il museo Soffici e la Visitazione del Pontormo, la viabilità e la piazza, le fibrille di amianto ancora presenti in Lombarda, l’affitto pagato per la sede della PM, i tagli al sociale, il Poggio Park, il ponte alla Nave …

ASSEMBLEA: ZITTI PERCHE’? – Dalla minoranza non sono mancati attacchi e richieste di chiarimento. Ma non è neppure mancata disponibilità a collaborare per il bene comune. Puggelli, più volte, ha steso la mano. Diverse, dal pubblico, le domande.
Ma nessuno, fra i sei, ha raccolto. Nessuno di loro ha parlato. Come se non avessero nulla da dire. Come se fossero lì solo per “sorvegliare”.
Più volte tirati per la giacca non sono intervenuti i tre assessori presenti (Baroncelli, Cataldi, Mastropieri). Né sono intervenuti i consiglieri Bonfanti (Fratelli d’Italia) e Mancini (Italia al Centro). E pure il presidente del Consiglio Comunale, Mazzoni, è rimasto zitto.
Paura? Superbia? Difficoltà a trovare le parole giuste? Boh!

PIAZZA ALL’ASFALTO NERO CHE DIVENTERA’ BIONDO: IL MISTERO DI UNA FRASE – Mancano poche ore alla data, promessa da Palandri, per finire la piazza XX Settembre. Al 16 giugno manca solo una settimana.
E un superlavoro attende gli operai per non far fare al sindaco, e all’assessore condannato, un’altra brutta figura. Stanno stendendo catrame (nero? grigio? biondo?) a tutto ritmo.
Pochi giorni fa, è stato approvato un subappalto (da 50 mila euro più IVA) a una ditta lucchese: la “Del Debbio spa”. Specializzata, appunto, in asfaltature.
E c’è curiosità – visto il ritardo che la ditta appaltatrice (“Panza srl”) ha dovuto subire – anche per capire cosa intendesse di preciso una certa frase. Quella inserita nel finale (punto 12) della lunga (29 pagine) determina che, nel settembre 2024, ha approvato la variante Palandri.
Frase, in effetti, abbastanza misteriosa. Qualcuno può spiegarla? Qui l’atto.
Si dava atto, in quella frase, che certe somme derivanti dalla variante palandraiana “non daranno luogo a una immediata riduzione dell’impegno assunto a favore dell’impresa Panza, preferendo procedere al recupero delle medesime in fase di chiusura dei lavori, quando sarà stato verificato che dette economie non siano meglio utilizzabili per l’esecuzione di altri e diversi lavori, anche complementari, non preventivati o previsti dal progetto approvato”.
CAMPO SPORTIVO: IL MISTERO DI UN INCARICO – Un aspetto, interessante da capire, sulla riqualificazione dell’impianto sportivo “Martini”. Il campo, come noto, è affidato in gestione al CS 1909: e fu questa società (“a propria cura e spese”), anni fa, ad affidare a un architetto di Avellino “la realizzazione di un progetto esecutivo avente ad oggetto la riqualificazione, l’adeguamento impiantistico e l’efficientamento energetico della struttura sportiva in parola”.
Un progetto – si legge nella determina 283 dello scorso 28 maggio – che il CS 1909, due anni fa, aveva “ceduto a titolo gratuito all’Amministrazione Comunale”.
Una prestazione professionale molto complessa che certo sarà costata molto al CS 1909. Sarebbe interessante sapere quanto, visto che tutto è certo tracciabile.
Con una determina anch’essa presa il 28 maggio scorso (qui l’atto) e con una spesa di 47 mila euro, il Comune ha ora affidato allo stesso architetto l’incarico per dirigere i lavori di quello stesso progetto che lui stesso (“a spese del CS 1909”) aveva redatto e che il CS 1909 aveva “ceduto a titolo gratuito” al Comune.
Sarebbe interessante sapere perché il Comune, fra i tanti professionisti su piazza, ha ritenuto di incaricare, senza un confronto con altri professionisti, proprio e solo lui.

CAMPO SPORTIVO: UN PROGETTO DA 1,2 MILIONI – In ogni caso la notizia è buona: quell’impianto entro l’anno in corso sarà riqualificato.
Su quel progetto (1.200.000 euro) il Comune ha ora iniziato l’iter per l’appalto. La copertura finanziaria è garantita: 700.000 euro da un fondo ministeriale e 500.000 euro dal Credito Sportivo.
Il Comune ha inserito questo progetto nell’elenco dei lavori pubblici da realizzare in questo 2025.
Un elenco, questo, che comprende cinque opere: la manutenzione ordinarie di strade comunali (248 mila con fondi Provincia), la manutenzione della palestra di via Giotto (un mutuo da 378 mila euro), la pista ciclabile dalla Villa a Comeana (690 mila euro già finanziati quasi tutti dalla Regione), il lotto “B” del cimitero (359 mila euro. I restanti lavori al cimitero finiranno nel 2027).
Ma la cifra di gran lunga più elevata (un milione e 200 mila euro) è prevista, appunto, per riqualificare il campo sportivo di via Granaio.
POGGIO (A CAIANO) E BUCA di Mauro Banchini, n. 108 del 6 giugno 2025
