Abbiamo un Comune, al Poggio, nel quale lo sport preferito da molti dipendenti pare sia “la grande fuga”. Mentre lo sport dimostrato dagli amministratori pare sia “mamma ho perso i soldi”. In compenso si vietano confetti e manciate di riso agli sposi. E si pagano le bollette per creare un costoso ghiaccio finto. Ma almeno il gioco (della pista) valeva la candela (per i commercianti)? Boh !

LA GRANDE FUGA (DAL COMUNE) – La grande fuga non è solo il titolo di un film (cast straordinario, storia avvincente) ma fotografa bene ciò che da mesi vediamo nel Comune: la “fuga” di dipendenti, di maggiore o minore anzianità lavorativa. Una fuga iniziata a maggio, quando vinse Palandri.
Spostamenti di lavoro sono la norma. Ma in questo caso i numeri sono alti. E certe “fughe” di dipendenti storici hanno colpito. Ci sarà un motivo unificante in tutte queste scelte? Dipende dal caso, dalla sfortuna oppure da una certa difficoltà di dipendenti e dirigenti a rapportarsi con un ceto politico valutato come inesperto? Non male farsi la domanda.

DIO, PATRIA, FAMIGLIA (MA STOP AI CONFETTI) – Hanno in parte modificato il regolamento, esistente da anni, per celebrare matrimoni (e unioni) civili. E stanno cercando luoghi dove far svolgere, anche fuori dal Comune, tali eventi. Il 27 marzo conosceremo i privati poggesi interessati a proporre loro locali per entrare nel businnes.
In ballo, infatti, anche sul traino di trasmissioni tv un po’ trash e un po’ finte, c’è la speranza di buoni affari (catering, affitti …) nel wedding planner.
Non è un caso che un partito – quello della vicesindaca, quello con i cartelli “dio, patria e famiglia” – abbia presentato una proposta per agevolare le coppie di sposi che scelgano località toscane per il loro giorno più bello celebrato non in chiesa o in Comune ma in un agriturismo, in un bar, in un ristorante, in un edificio storico.
Al Poggio ci puntano. E hanno approvato le tariffe. Per celebrare un matrimonio/unione in Comune si arriva a far spendere, agli sposi, fino a 450 euro che salgono fino a 650 per le strutture esterne.
Nel regolamento è prevista una multa particolare, che in Consiglio ha fatto un po’ sorridere. Il divieto di “spargere riso, coriandoli, confetti e altro materiale” nei locali utilizzati per la cerimonia. Ciò “prima, durante e dopo”. Chi viola si becca una multa da 150 euro.

UN MASCHERONE ANZIANO – La giunta Puggelli aveva istituito un premio (Poggio a Caiano premio impresa) per riconoscere imprese rilevanti sotto il profilo della innovazione. La giunta Palandri ha confermato di voler seguire la strada di un premio, ma ne ha cambiato nome (scegliendo un non irresistibile Mascherone d’oro) e mission.
Ha deciso infatti di puntare non sulla innovazione ma sulla longevità, dunque sull’anzianità anagrafica di esercizi commerciali e imprese poggesi.
Tre associazioni (Confcommercio, Confesercenti, Confartigianato. Assente CNA) hanno fornito gli elenchi di loro associate e la premiazione si è svolta il 21 febbraio. Una semplice targa per ciascuna delle 9 aziende (tre per associazione) più altrettanti video per illustrare le attività. E un rinfresco.
Tutto bene, anche se in paese non è mancato qualche inevitabile permalo. E al di là di chi ha ricevuto giusti riconoscimenti, aziende e negozi da tutti stimati, resta comunque emblematica la scelta di puntare solo sulla anzianità.

PISTA UNO: RESOCONTO SECRETATO – Pista su ghiaccio. Per la giunta è stata la vera novità del loro primo Natale. Iper-pompata, come fosse la prima in Italia, aveva creato forte attesa nei commercianti per ricadute annunciate come rilevanti.
Sarebbe stata utile – si era detto – per aumentare le vendite richiamando consumatori da ogni parte. A molti commercianti sono stati chiesti soldi.
Legittima la curiosità di sapere com’è andata, quanto si è speso, quanto si è ricavato e soprattutto se esistono dati certi – attraverso le categorie – per valutare il successo o meno dell’iniziativa, le sue reali ricadute sulle vendite dei commercianti. Curiosità legittima ma impossibile.
Ci ha provato l’opposizione con una interrogazione del 31 gennaio. La risposta è arrivata il 4 marzo. Deludente: non risponde nei dettagli chiesti: 11 erano le domande molto precise (a quale ditta privata era stata affidata la gestione, quali sono stati gli incassi, chi ha sostenuto le spese, chi ha pagato l’energia elettrica …).
Il sindaco ne ha eluse diverse. Ha infatti scaricato tutto sulla proloco, invitando i consiglieri a rivolgersi a essa. Uno svicolamento improprio. Come tutte le associazioni che hanno ricevuto dal Comune un contributo, la proloco poggese è infatti obbligata a dettagliare al Comune il resoconto completo.
E un sindaco non può certo negare a un consigliere il diritto a ricevere risposte dettagliate a tutte le domande poste.

PISTA DUE: ACQUA E LUCE. PAGA IL COMUNE – Una risposta è però chiara. Le spese per le bollette (acqua, energia elettrica) necessarie alla pista sono a carico del Comune. Ma al 4 marzo “tali bollette ancora non sono pervenute”.
Vista la energivorità di tali strutture (vuol dire che consumano uno stonfo) sarebbe utile se il sindaco, evase le bollette, informasse i cittadini, che le hanno pagate, sul loro effettivo costo. Oltretutto, di norma, tali spese sono anche a carico del privato che gestisce la pista e che emette regolari biglietti incassando, da chi la utilizza, i dovuti denari.
Qui al Poggio a scivolare sul ghiaccio finto grazie a bollette vere è stato solo il Comune. E’ giusto che i costi (presumibilmente elevati) di una pista per ghiaccio con giostra e vendita di peluche affidata a un soggetto privato che ai clienti faceva, logicamente, pagare una tariffa, è giusto che quei costi siano tutti a carico del Comune?
Ma è soprattutto la questione di fondo a risultare interessante. Anche per capire se nel Natale prossimo meriterà rimetterla, una pista su ghiaccio, oppure puntare su altro.
Quella pista ha funzionato o no come importante attrattore di consumatori e di acquirenti per i negozi di vicinato? In una Poggio dove spesso vince il “pissi pissi bau bau” cioè il parlare piano per paura del manovratore, esiste qualcuno capace di esprimere la sua opinione ad alta voce?

OPERE PUBBLICHE E SOLDI PERSI – Si discute molto sui soldi persi per opere pubbliche: rio Montiloni e ponte alla Nave. Con soccorsi, anche “neri”, arrivati da fuori per aiutare una Giunta che appare fragile. La costante del sindaco sta nel tentare di scaricare il barile su chi c’era prima.
Ma chi c’era prima ha mostrato documenti incontestabili: fino a che Puggelli è stato sindaco, il progetto sul rio Montiloni era attivo e finanziato (930 mila euro ex PNRR). Addirittura – già sindaco Palandri – nel luglio 2023 il Comune ricevette una prima tranche (186 mila euro).
Impossibile perciò scaricare il barile su Puggelli. Possibile, invece, sarebbe che Palandri spiegasse cosa è davvero successo e perché, nel Consiglio Comunale di fine febbraio, ha dovuto ammettere che quei soldi erano stati persi.
C’è poi il silenzio del sindaco sul perché nei Fondi di Coesione (che finanziano tante opere pubbliche, anche di viabilità) il Comune non è riuscito a inserire almeno l’inizio del lungo cammino verso il Ponte Alla Nave. Entrare nel merito delle due vicende aiuterebbe i cittadini a capire.
Se a luglio 2023 Palandri sindaco ha addirittura ricevuto un forte anticipo proprio sul totale dei soldi stanziati (e questo, ovviamente, demolisce la singolare tesi in stile scaricabarile di Palandri), perché non spiega esattamente quando e perché quei soldi sono svaniti?

PONTE ALLA NAVE: PERCHE’ NON UNIRSI TUTTI INSIEME? – E sul Ponte alla Nave, opera fondamentale per il traffico poggese, perché Palandri non spiega il motivo per cui non sta facendo nulla per farla entrare nelle programmazioni regionali?
Forse perché ha promesso a privati una (irresponsabile e impossibile) operazione urbanistica, un gigantesco impianto sportivo, che al Poggio tutti ironicamente chiamano “Poggio park” ma che tutti sanno di impossibile realizzazione per i pesanti vincoli ambientali lì esistenti?
Perché sindaco e Giunta non fanno finalmente chiarezza su queste due vicende? Che timore hanno davanti a una trasparenza che per chi governa la cosa pubblica dovrebbe essere obbligatoria?
Sul Ponte alla Nave – opera davvero strategica per i nostri figli e nipoti – il bene comune obbligherebbe tutti a sostenerla. Perché Palandri e la sua Giunta, invece, tirano indietro? Perchè le destre non si uniscono alle sinistre in modo da portare a casa, tutti insieme, un bel risultato?
POGGIO (A CAIANO) E … BUCA di Mauro Banchini, 20 marzo 2024 n. 45