Sono contento che “Il Tirreno” (oggi 15 dicembre 2017, pezzo di Stefano Taglione) abbia dato grande spazio, in pagina regionale, a una notizia diffusa giorni fa sui social e che anche io avevo evidenziato. Mi riferisco a quella sorta di “record” dei monti fra Pistoia, Bologna e Modena nelle raffiche di vento.
Bene ha fatto, il giornalista, a scavare la notizia verificando che, al di là di dati recenti probabilmente falsati dal ghiaccio, quei crinali hanno comunque (su riconoscimento degli organismi tecnici che monitorano il meteo) una natura così particolare da consentire, in ambito nazionale, misurazioni record nella velocità dei venti. Una sorta di “capitale del vento“, come mi ero permesso di scrivere, nei crinali del nostro appennino tosco emiliano
Altrove una cosa del genere (unita ad altri tipi di record, sempre legati all’aria, al respiro della terra, che da noi sono oggettivamente vantabili: la mongolfiera, il ponte sospeso, l’osservatorio astronomico, le foreste, il trasvolatore …) non passerebbe inosservata. Sarebbe, cioè, valorizzata. Altrove.