A caldo, sul Lungarno. A caldo sulla voragine di Firenze. A caldo sul buco apertosi stamani a due passi dagli Uffizi (enorme figuraccia sui media di tutto il globo). A caldo avendo appena sentito, in tv, il sindaco Nardella sostenere che “i danni sono “ingentissimi” ma in definitiva, tutto sommato, Firenze “ne ha viste di peggio”.
Sono fra quelli che sperano (spes contra spem) in un rapido chiarimento circa responsabilità e responsabili in quella che certo non è calamità “naturale”: però ho capelli sufficientemente bianchi per intuire che saremo presto travolti da un’ondata di scaricabarile, rimpalli, rimbalzi. Arriveranno, immagino, un sacco di soldi dallo Stato. E finiremo presto per dimenticare tutto. O per scoprire che all’origine c’era un colonia di topi da fogna.
Un’altra cosa ho chiara: una politica che volesse tornare a farsi riamare dai cittadini dovrebbe prendere questo tipo di vicende come emblema di un cambiamento urgente. Sarebbe utile limitarsi un po’ nelle derive oppiacee della “politica spettacolo” e nelle risse da talk per concentrarsi nell’unica, grande, opera pubblica davvero necessaria in un Paese sempre più sfasciato: la cura di un territorio troppo spesso, ovunque, abbandonato. Ma si sa bene come funziona: si preferisce troppo spesso (ma anche i cittadini sembrano purtroppo preferirlo …) ciò che viene illuminato da tv compiacenti rispetto a ciò che, di molto banale, sta sottoterra (fognature obsolete e acquedotti colabrodo, ad esempio). Geologi ed esperti passano subito di moda.
Secondo paradigma di cambiamento possibile: in un contesto dove l’acqua è vista come bene privato e privatizzabile, tanto da fregarsene dei risultati di un referendum, e nel contesto fiorentino/toscano nel quale l’acqua la paghiamo carissima, sarebbe utile non scordare la coerenza nei comportamenti attorno al bene comune (basterebbe, laicamente, leggere un po’ di Papa Francesco e trarne qualche conseguenza).
Immagino che nulla accadrà e che presto, molto presto, di questa incredibile vicenda ricorderemo solo la simpatia di quel cartello esposto in un bar, stamani senz’acqua, della zona: “Oggi niente acqua, ma vino e birra a volontà”. Perchè, come ha detto in tv il sindaco pro tempore, “Firenze tutto sommato ne ha viste di peggio”.