Uno legge i giornali e scopre che “Rivoire” – il mitico locale davanti al Palazzo Vecchio dove tutti almeno una volta ci siamo stati spendendoci non poco per una tazza di cioccolata che i turisti ci vanno matti – passa di mano. A comprarlo, se le trattative milionarie andranno in porto, è una società (ha scritto ieri la cronaca fiorentina di Repubblica) “balzata alle cronache come partner della società di famiglia di Tiziano Renzi, babbo del premier. E come acquirente del vecchio Teatro comunale di Corso Italia, il cui progetto di ristrutturazione … è adesso all’esame degli uffici urbanistici di Palazzo Vecchio”.
Senza passare per il solito gufo invidioso dei successi altrui e, anzi, pensando di scriverlo addirittura nell’interesse dello stesso presidente del Consiglio pro tempore, è consentito ammettere di restare un po’ infastiditi dalla opportunità di certi accostamenti che saranno certo legittimi, non implicheranno conflitti di alcun tipo, ma contribuiscono a rendere notevole la vignetta di Giannelli oggi sulla prima del Corrierone?
PS)- Vignetta in cui si riconosce la ministra Boschi impegnata a sussurrare qualcosa (“Anch’io in realtà sono per la famiglia composta da uomo e donna. Pensa al rischio di avere due babbi”) al presidente Renzi.