L’ho cominciato. E subito ci siamo innamorati. Non è che, in generale, sia difficile farsi prendere dai testi di Stefano Massini, ma questo ultimo suo, appena uscito, libro (“Dizionario inesistente”) mi ha conquistato proprio dalla prima lettera, dell’alfabeto.
Si diverte, il Massini, a inventare parole nuove. Quelle che esprimono sentimenti e stati d’animo per i quali, appunto, parole vecchie non esistono. E ci invita, chissà mai se io ne sarò capace, a proseguire in modo personale e autonomo in questo “gioco” con la lingua italiana che, forse, è bella come la nostra Costituzione. O forse no. Chissà.
La prima fra le parole inventate partendo da racconti autentici con personaggi vissuti sul serio, è “annonismo”. E mi ha conquistato, la parola, per un motivo che è facile capire considerando che il mio codice fiscale reca un H980 tale da indicare, come luogo di nascita, proprio San Marcello Pistoiese: il paese che ogni 8 settembre – quando i credenti ricordano la nascita della Madonna e tutti ricordiamo l’armistizio di Badoglio – spedisce in cielo una grande mongolfiera, tutta di carta, nel ricordo dei fratelli Montgolfier. E’ il “pallone di Santa Celestina”, vergine e martire romana che solo noi della Montagna Pistoiese abbiamo il piacere, e l’onere, di conoscere.
Con “annonismo”, Massini definisce – cito – “la contraddizione di chi, cercata in ogni modo la propria liberazione da qualcosa, vi rinunci per paura di goderla fino in fondo”. Il sostantivo, maschile, inventato dall’uomo che ogni giovedì ci delizia con racconti spiazzanti nel talk politico di Corrado Formigli (entrambi premiati domenica scorsa a Vinci), deriva da Annonay (Francia) dove nel 1783 si tenne il primo volo di mongolfiera grazie ai due fratelli Montgolfier.
La storia la racconta bene l’autore: Joseph e Jacques, i due fratelli, “avevano dedicato ogni istante della loro esistenza a espugnare il regno degli uccelli, ma non appena misero a punto – loro per primi – un veicolo in grado di farli staccare i piedi da terra, si impaurirono”. Non furono loro, come avrebbero voluto, a salire sotto la mongolfiera. Ci misero tre animali: una capra, un gallo, un’anatra. Leggete il libro per gustare i ricami che Stefano Massini trae da questa vicenda e da quella, collegata al volo di esseri umani, per spiegare la seconda parola (“attacismo”) del suo dizionario.
Da un libro che racconta una mongolfiera, non potevo non farmi conquistare. Fu Elia, figlio di Joseph Montgolfier che nel 1835 andò nel paese toscano siglato H980 restituendo una visita fatta tre anni prima dai fratelli Cini, proprietari di una cartiera. Elia regalò ai Cini alcuni disegni per costruire quella mongolfiera che pochi anni dopo (forse 1838) venne lanciata per la prima volta, a San Marcello, l’8 settembre. E che da allora, salvo interruzioni belliche, viene lanciata ogni anno.
Appeso sotto non c’è mai stato nessuno, forse neppure un animale. H980 non ha mai saputo “sfruttare” come altri avrebbero certo fatto una particolarità così originale e storica. E oggi, immerso nella crisi che sfida l’intera dorsale appenninica, potrebbe trovare consolazione, ma forse anche motivo di ripresa, dalla seconda parola nel dizionario massiniano: “attacismo”. In che senso? Leggete “Dizionario inesistente”.