“Tu puoi fare qualunque cosa, tranne licenziare qualcuno per motivi dell’introduzione dei nuovi metodi”. Così Adriano Olivetti, il visionario Adriano Olivetti, lasciando le consegne al figlio, con una visione delle cose e dell’economia improntata a un concetto di giustizia oggi sottoposto, anche da sinistra, a revisionismi, imbarazzi e tradimenti di ogni genere.
Lo ricordava – in un volumetto che Francesco Gurrieri ha da poco recensito su Toscana Oggi, che si intitola “Poesia, politica e fiori” e che è appena uscito per le edizioni di Comunità – il critico letterario Geno Pampaloni che di Olivetti, e del suo particolare personalismo comunitario, fu stretto collaboratore. Sembrano davvero – facile concordare con il commento di Pampaloni – “cose di un altro secolo”. Ma possiamo accettare con tranquillità, oggi, di liquidarle così?