Ma perché, in un anniversario così tondo, il due giugno sta passando sotto silenzio? Ha, questo strano silenzio, qualcosa a che fare con il referendum di ottobre? E’ accettabile che le istituzioni pubbliche facciano così finta di nulla e che nei mesi scorsi, esempio qui in Toscana, non siano stati istituiti percorsi scientifici per un ricordo – certo non retorico – al di là di un minimo “sindacale” che magari giovedì 2 certo da qualche parte pure ci sarà?
Domande, ovvio, molto retoriche: in realtà ci si rende bene conto di un imbarazzo che nasce dalla contemporaneità con la campagna elettorale (iniziata davvero male) in vista del referendum di ottobre. Il 2 giugno, per come si sono messe le cose, potrebbe creare imbarazzo; dunque meglio un sostanziale silenzio.
Chi scrive ne ha passati alcuni, di anniversari tondi, in una istituzione importante: facile ricordare i Comitati, il ruolo degli Istituti Storici, gli studi e le ricerche, le pubblicazioni. Spesso (specie nella antica sinistra) non mancava una retorica che ha portato a una sorta di fastidio, a una repulsa. Ma da questo al silenzio odierno c’è di mezzo un oceano. E non è un segnale bello.
Significativo il timore (quasi la paura) da parte di un ceto politico certo giovane d’età ma a cui non dovrebbero mancare, guidando un partito “democratico” e un governo di “centrosinistra”, le consapevolezze sull’importanza di studiare, senza retorica, come e perché, il 2 giugno 1946, il popolo finalmente diventato sovrano scelse fra monarchia e repubblica eleggendo, in contemporanea, una assemblea chiamata a fare la nuova Costituzione.
Non dovrebbe esserci paura nell’analizzare la qualità dei costituenti, il loro stile, la loro sapienza, la saggezza e la cultura, la capacità di lavorare tutti insieme per un progetto di casa comune. Divisi su tutto e in uno scenario di rovine, i politici di allora vennero eletti dal 90% (novanta !!!) degli italiani e seppero votare al novanta per cento (90 !!!) una Costituzione scritta, peraltro, in un italiano scorrevole e comprensibile. E il governo (guidato da Alcide De Gasperi) ebbe la sapienza, la normalità istituzionale, di non intromettersi in questioni costituzionali e, dunque, non di stretta competenza governativa.
Non dovrebbero esserci problemi, 70 anni dopo, nel ricordare e nell’analizzare quella memoria. E invece imbarazzo, timori, silenzio, paure, ipocrisie. Strano, davvero strano questo 2 giugno 2016